martedì 29 settembre 2015

DALLA CANTINA DEL BELLENTANI


Buon giorno, oggi vorrei presentarvi un vino che mi ha stupito veramente. Innanzitutto vorrei spiegare come a volte le cose capitano per "destino". Un giorno di passaggio con un mio collega per le colline di Imola, dopo aver visitato un cliente di antica data, ci imbattiamo in una cantina e vedo che il mio collega sterza violentemente per entrare nel cortile. Dopo essermi ripreso in quanto non mi aspettavo tale ingresso chiedo al mio amico che cosa gli fosse passato per la testa. Lui bello e beato mi risponde che voleva comprare del vino prima di andare a casa.

Entriamo ed incontriamo il Sig. Luciano che metre stava servendo 2 clienti stranieri ci dice di accomodarci. Intanto io come al solito butto lo sguardo in giro e da subito noto una certa cura nella gestione della cantina.
Appena libero chiedo al Sig. Luciano se può farci assaggiare qualche vino perchè siamo interessati ad acquistare.

Immediatamente ci fa vedere la sua gamma completa, ma io furbescamente noto subito le selezioni e le riserve, e da buon bevitore quale sono chiedo subito di passare "al sodo".

Gentilmente mi faccio versare l'albana secco CODRONCHIO docg. E' un vino che meglio descriverò successivamente ma appena guardo i riflessi, annuso e finalmente sorseggio il primo sorso rimango incredibilmente colpito.

Come se ricevessi un cazzotto da Tyson rimango completamente rapito e stupefatto. Un albana da vendemmia tardiva, che viene raccolto dopo essere attaccato da muffe nobili e che sprigione un bouquet incredibile che hanno veramente pochi vini.

Procedendo all'acquisto di vari vini e parlo cordialmente con il Sig.Luciano. Butto lì da vecchia volpe quale sono la seguente frase "senta Sig.Luciano, io sono capitato quì per caso ma sono rimasto veramente colpito dai suoi vini e da come lavorate, le chiedo spudoratamente perchè a me piace andare sempre al sodo, lei ha qualcuno che vende i suoi prestigiosi vini in Emilia?, per intenderci le province che vanno da Modena a Piacenza?", mi risponde candidamente "No, non ho nessuno ed anzi visto che siamo in discorso sarebbe interessato a rappresentarmi?".

Naturalemte non mi sono fatto scappare l'occasione ed adesso è una delle cantine che propongo con orgoglio.

Mi sono fidato unicamente del mio palato, poi però ho scoperto che il CODRONCHIO ha preso il massimo dei voti sia su GAMBERO ROSSO che dall'AIS tra l'altro votato dall'associazione dei sommelier d'Italia nel 2014 miglior bianco fermo dell'Emilia Romagna.

Non per decantare troppo la cantina perchè ognuno è giusto si faccia la propria idea, ma segnalo che le sue etichette sono presenti in molti ristoranti stellati emiliano romagnoli.
Il mio istinto non mi ha tradito ed ora sono lieto di proporvelo.

per info. 3991499520 / oppure 3497286130
maxbellentaniluxuryfood.blogspot.com
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sabato 26 settembre 2015

SIERRA MAYOR

NUOVO REGOLAMENTO PER JAMON IBERICO
Al fine di rendere CONSAPEVOLE il consumatore, ed ELIMINARE le frodi il Governo Spagnolo
DA GENNAIO 2014  ha ridefinito 4 uniche qualità di Jamòn:
-DE BELLOTA 100% IBERICO | PATANEGRA: suino di razza pura iberica, che compie la MONTANERA, e che INGRASSA ALMENO DI 46 Kg cibandosi di ghiande. Il nome “PATA-NEGRA” si potrà usare solo per gli animali razza pura 100% IBERICA.
-DE BELLOTAsuino incrociato (si deve specificare la % di iberico), che compie la MONTANERA  e che  arriva a peso con le ghiande. Non si può più chiamare Patanegra.
-CEBO DE CAMPO: incrocio, (specificare la % di iberico). Alimentato con mangime “di campagna” (erbe e radici), vive in campagna, è quello che prima si chiamava RECEBO. In periodi limitati può alimentarsi anche di ghiande, ma non è Patanegra né bellota.
-CEBO, incrocio, alimentato con mangimi, vive in stabulazione fissa, NON MANGIA GHIANDE non è Patanegra né bellota.
Sarà d’OBBLIGO indicare la razza del maiale, e la percentuale di purezza della razza in ETICHETTA. SARA’ VIETATO invece, UTILIZZARE IMMAGINI DI QUERCE O GHIANDE SE IL SUINO NON E’BELLOTA.
ogni tipologia verrà contraddistinta da un colore internazionale diverso:
DE BELLOTA 100% IBERICO
SIGILLO INAMOVIBILE NERO
DE BELLOTA
SIGILLO INAMOVIBILE ROSSO
DE CEBO DE CAMPO
SIGILLO INAMOVIBILE VERDE
DE CEBO
SIGILLO INAMOVIBILE BIANCO

QUALCHE CIFRA IN PILLOLE:
  • PRODUZIONE ANNUA TOT. DI PROSCIUTTI CRUDI CIRCA 44 MILIONI
DI CUI
  • PRODUZIONE TOTALE ANNUA JAMON IBERICO: CIRCA 2 MILIONI
DI CUI
  • SUINO IBERICO PURO 100% BELLOTA | PATANEGRA CIRCA SOLO 100.000, pertanto dei circa 2 milioni, solo il 5% sono bellota, la maggioranza dei prosciutti iberici provengono da suini incrociati, e alimentati con mangimi o di ciò che trovano in campagna.
QUINDI E’ IMPOSSIBILE CHE TUTTI I PROSCIUTTI CON LA DICITURA BELLOTA LO SIANO VERAMENTE
 GLOSSARIO:
  • DEHESA:
le dehesas sono i querceti in cui i suini iberici si alimentano di ghiande, esistono tre tipi di querce diverse che portano alla maturazione le proprie ghiande in tre periodi diversi dell’ anno, per far alimentare il suino iberico dibellota da ottobre fino a marzo.
  • MONTANERA
Durante la montanera “autunnale” il suino iberico per essere definito de bellota deve ingrassare di almeno 46 kg.
In un ettaro di solito sono presenti circa 30 alberi. Ogni albero contribuisce mediamente ad 1 kg di peso. Quindi ogni suino necessita almeno di 46 alberi, 1 ettaro e mezzo di bosco.
Le nuove norme consentono ai produttori di utilizzare lo stock dei lotti prodotti fino a gennaio 2014 con il vecchio retaggio.
Mentre tutti i prosciutti prodotti da GENNAIO 2014 in poi dovranno obbligatoriamente applicare la legge sopra citata.
SIERRA MAYOR nostro fornitore in esclusiva si è dimostrato PIONIERE nell’ applicazione della nuova normativa e ha già applicato le etichette nere come si vede in foto.


Per contatti Bellentani Massimiliano
3391499520 - 3497286130



venerdì 25 settembre 2015

Wagyu, in lingua giapponese non è una razza ma un aggettivo.
Una parola composta (wa-gyu), usata per indicare un insieme di razze di  “bovino giapponese”.
In Giappone esistono differenti tipologie di razze nere (black-cattle),anticamente destinate al lavoro nei campi o in risaia, con precise caratteristiche genetiche che si manifestano specialmente sulla carnela predisposizione ad accumulare grassi monoinsaturi tra le fasce muscolari, in una sola parola SASHI (giapponese) ovvero MAREZZATURA PERFETTA.
Questa peculiare predisposizione genetica all’ ingrasso, unita ad un preciso ed esclusivo programma di alimentazione (a base di mais, riso, sakè e massaggi…), sono specifici di ogni regione di provenienza ed allevatore da cui distinguiamo: Wagyu Kobe, Wagyu Ozaki, Wagyu Kagoshima… fino a 5 diverse provenienze.
COME DETERMINARE LA QUALITA’ DI UNA CARNE “WAGYU”
Esistono dei parametri internazionali, tabulati dall’ ente Japan Meat Grading Association, il quale definisce in maniera scientifica la qualità di un Wagyu, che possiamo riassumere in due punti fondamentali:
  • La purezza della razza, il TOP della qualità lo si raggiunge con una genetica pura dell’ esemplare minima del 75%, il carattere dominante. Questa è la selezione “A” che JdC ha scelto per Voi clienti. Le categorie B e C indicano a purezza genetica inferiore.
  • La marezzatura, la distribuzione del grasso insaturo all’ interno del muscolo: il SASHI, che generalmente va da una scala da 1 a 12; mentre per i bovini “wagyu” è ripartita in valori da 1 a 5, dove 1 è il minimo e 5 è il massimo della marezzatura.

 IL WAGYU JDC E’ DI QUALITA’ A4, che in termini qualitativi si traduce come UNA CARNE DI ESTREMA PUREZZA GENETICA superiore al 75%, ed una marezzatura che va da 8+ su un massimo di 12, per un’esperienza sensoriale unica e indimenticabile che vi cambierà la vita… LA CARNE DI UN IMPERO.

Giuliano Lorenzon

Adesso disponibile anche a Modena grazie alla collaborazione con Jolanda de Colo in esclusiva per M.B.Rappresentanze 3391499520 - 3497286130
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